I fatti di questi giorni ci dicono diverse cose. Provo a darne una mia lettura politica:
1. Il sovranismo ha bisogno di atti politici coerenti con il principio della difesa delle frontiere: più in generale, si chiama etica politica e spesso diverge dall’etica personale, che imporrebbe altre scelte, ma agli individui, non ai governanti: con l’accoglienza indiscriminata, ammesso che sia sostenibile, non si reggono gli Stati;
2. I veri ostacoli al sovranismo sono tutti endogeni e possono presentarsi nel medio termine, di certo non sono di natura giudiziaria: semmai avranno a che fare con le esigenze che non riuscirà a soddisfare, dopo averle create e proclamate;
3. L’internazionalismo esiste come opzione politica, ma è sempre meno percorribile, almeno sul piano del consenso popolare: con l’utopismo non si governano le democrazie nazionali, soprattutto nei periodi di crisi;
4. Gli Stati ritornano a proteggere i propri confini, anche dall’immigrazione illegale, ma esiste comunque una globalizzazione non comprimibile (carica di molte storture, ma anche di qualche opportunità) che necessita di un diritto e di istituzioni internazionali adeguati: i problemi di oggi non si possono risolvere con il sistema internazionale del dopoguerra, né con una impraticabile chiusura autarchica. Esistono problemi gravissimi che non vengono neppure riportati dai giornali, e la comunità internazionale deve farsene carico, con realismo certo, ma evitando di incoraggiare l’indifferenza;
5. L’Unione europea, nella forma in cui l’abbiamo conosciuta, è definitivamente tramontata: è troppo presente quando non dovrebbe e troppo assente quando invece sarebbe necessaria. Guai però a rinunciare alla ricostruzione di una casa europea fondata sull’identità comune, sulla conservazione della pace e su concreti progetti di sviluppo: un federalismo minimo, ma efficace.
di Mario Ciampi, tratto da Fb